L’Assessore Febbo spieghi cosa ha intenzione di fare per gli operatori turistici abruzzesi
Il numero di camere ridotto rispetto ad un albergo; un contesto familiare che fa assaporare l’esperienza di “casa”; la possibilità di entrare strettamente a contatto con la realtà del luogo in cui si soggiorna. Sono queste le caratteristiche riconosciute a livello mondiale della filosofia che rende l’ospitalità nei Bed & Breakfast (letto e prima colazione), una esperienza unica nel suo genere.
Alla base della mia interpellanza all’assessore Mauro Febbo pone l’esigenza di mettere i gestori di B&B abruzzesi sullo stesso piano di quelli delle altre regioni. Esigenza non rispettata dalle scelte di questa Giunta che, in continuità con quella precedente, penalizza gli operatori turistici abruzzesi creando danno non solo alle singole economie locali ma a una più ampia immagine dell’Abruzzo che diviene così meno appetibile per il turista.
I B&B sono strutture complementari alla ricettività alberghiera che tende a concentrarsi nelle zone turisticamente più sviluppate, e si pongono come risposta alla domanda di turismo “autentico” che cerca un rapporto diretto con le piccole realtà locali in tema di cultura, cibo e territorio, promuovendo la conoscenza di località caratteristiche e di rara bellezza, ma spesso troppo piccole per essere di interesse per l’attività alberghiera strutturata.
La Regione Abruzzo con DGR 1060 del 31/12/2018, negli ultimi mesi della giunta PD, stabilisce che per preparare la prima colazione nei Bed & Breakfast occorre rispettare il regolamento CE 852/2004, per intenderci quello che introduce nel mondo della ristorazione il protocollo HACCP. I gestori protestano, perché si assimila l’attività dei B&B, che per legge non costituisce esercizio di attività imprenditoriale, a quella di bar, ristoranti e hotel, imponendo così una serie di adempimenti, sia burocratici che strutturali, ben più ampi di quelli già previsti nella legge regionale n. 78 del 2000 che regolamenta il settore. Tutti adempimenti che, oltre a determinare l’incremento dei costi, non proporzionati al regime dell’attività, comportano l’assunzione di vincoli che risultano incompatibili con la maggior parte dei B&B in esercizio.
La Regione Abruzzo, con successiva DGR 307 del 03/06/2019, questa volta con la Giunta di centrodestra e Mauro Febbo come Assessore, non colma questa carenza ma rafforza ulteriormente queste misure, sia pure introducendo una versione semplificata del protocollo HACCP, e mette nero su bianco che si può eludere questa misura, e venire di fatto esentati da numerosi obblighi, consegnando agli ospiti un voucher per consumare la colazione in un bar. Un escamotage che compromette l’immagine del settore svilendo l’autenticità dei luoghi e delle esperienze. E che sembra ignorare la stessa legge regionale che impone, tra i requisiti minimi per la attività, un “servizio cucina, o di altro apposito vano, per la somministrazione della prima colazione, di superficie non inferiore a mq. 6”.
L’Abruzzo per la sua morfologia e la sua offerta turistica non è caratterizzato da grandi metropoli ma bensì da piccoli borghi montani e cittadine sulla costa, quindi dovrebbe essere ancora più attento a mantenere l’autenticità dell’offerta turistica dei B&B. Invece si svilisce questa filosofia mettendola alla stregua di dormitori per poi andare a fare colazione al bar. Quel concetto di “casa e autenticità dell’esperienza”, sul quale si è così tanto investito nella campagna pubblicitaria 2019, viene completamente disatteso. Eppure è un concetto molto chiaro che è stato recepito da altre regioni, anche a noi vicine, tra cui Marche, Puglia, Sardegna, o la provincia di Trento, dove è stato stabilito per legge che nei B&B vanno serviti per la colazione dei prodotti locali e la fornitura di cibi e bevande manipolati non rientra nell’ambito di applicazione del regolamento CE 29 aprile 2004, n. 852/2004.
Quindi, che immagine vogliamo dare ad un turista amante dell’esperienza B&B che viene in Abruzzo in confronto alle regioni vicine come Puglia e Marche?
Alla luce di tutto questo comprendiamo e sosteniamo la protesta dell’Associazione di operatori, AbruzzoBNB, che ha depositato un ricorso dal TAR dell’Aquila ottenendo una sospensiva nella applicazione di questa delibera in attesa della pronuncia definitiva. In questo tempo è importante che questa giunta capisca che la ricettività offerta dagli operatori dei “Bed and Breakfast” costituisce un volano importante per il turismo regionale offrendo una presenza capillare: in Abruzzo ci sono circa 1300 strutture censite, che rappresentano il 15% del totale dei posti letto disponibili.