Ho presentato nei giorni scorsi la richiesta di audire i Presidenti degli Ordini delle professioni infermieristiche delle quattro province abruzzesi, nel corso della V commissione permanente di Regione Abruzzo. Una richiesta che nasce dalla necessità di fare un quadro reale sulla condizione lavorativa del personale infermieristico nelle strutture sanitarie della Regione.
Abbiamo pochi infermieri assunti nel SSN o chiaramente stabilizzati dentro altri istituti privati, questo è un dato di fatto. Il problema della carenza di infermieri è dato dal numero di prepensionamenti che, in Abruzzo, dovrebbe attestarsi sulle 599 unità. Se aggiungiamo questo personale in fase di pensionamento a quello già cronicamente carente, la nostra regione potrebbe avere un buco di oltre 2mila unità infermieristiche, pregiudicando il servizio alle cure a cui le Asl dovrebbero far fronte. Ma oggi, grazie all’ex Ministro Grillo, sono state sbloccate le assunzioni nel SSN, quindi le Regioni possono incrementare il personale dove serve.
L’importante è che l’incremento venga attuato con criterio: oltre al numero insufficiente, infatti, ad aggravare la situazione è l’utilizzo errato che si fa di queste figure professionali, troppo spesso costrette a colmare carenze croniche, per giunta attraverso cooperative che generano lavoro precario. La carenza di personale nel SSN non riguarda solo medici ma anche, e soprattutto, infermieri e operatori sanitari come gli Operatori SocioSanitari, che fanno girare gli ingranaggi dell’ospedale e che sono a stretto contatto con il paziente che merita di essere assistito nella sua degenza da lavoratori qualificati, motivati e che garantiscano continuità e professionalità nel servizio.
A seguito del lavoro svolto dall’ex Ministro della Salute Giulia Grillo, si è sollevata anche la questione delle retribuzioni contrattuali avviata alla luce dell’analisi degli emolumenti che in Italia rendono gli infermieri i meno pagati d’Europa, secondi solo ai colleghi spagnoli in questo triste primato. E’ il momento di riconoscere le specializzazioni infermieristiche, proprio per garantire un’assistenza non casuale e di compromesso organizzativo, ma di elevata qualità e che risponda a obiettivi di salute di medio e lungo termine.
E’ pertanto necessario che l’Assessore Verì e tutta la Giunta regionale prenda atto di queste realtà e inizi ad attuare un serio piano di assunzione che rimetta al centro le figure professionali ed il supporto che queste portano all’intero sistema sanitario. Un sistema che, si auspica, rimetta al centro il paziente e le sue esigenze prima di mere argomentazioni di profitto.