Il futuro dell’Ospedale di Atessa deve essere chiaro! Lo chiediamo da tempo come Movimento 5 Stelle e come cittadini. Per questo condividiamo totalmente i dubbi e le richieste che, maggiormente in questi giorni, arrivano dal territorio alla politica locale. Al di là di tutti gli spot del sindaco, della precedente Giunta regionale e di quella attuale bisogna dare delle risposte per capire cosa ci aspetta e quale ruolo dovrà giocare l’ospedale di Atessa nel breve, medio e lungo periodo. Anche in riferimento alle dichiarazioni del futuro direttore dell’azienda sanitaria regionale, Claudio D’Amario, che ha espresso pubblicamente la disponibilità di 90 milioni da spendere subito in una nuova struttura strategica del territorio.
Personalmente avevo proposto un indirizzo chirurgico per il nosocomio, lasciandolo pulito dal Covid e fornendo una valvola di sfogo per dare respiro agli affollatissimi ospedali di Chieti e Lanciano per i casi non Covid e allo stesso tempo garantire ai cittadini residenti nel territorio un servizio ospedaliero completo. Proposta che non è stata ascoltata e, forse, neanche presa in considerazione. Ma se le proposte delle opposizioni non vengono ascoltate allora la maggioranza ci faccia sapere quale indirizzo e quale identità hanno intenzione di dare al San Camillo de Lellis. Perché se da un lato possiamo comprendere la soluzione in emergenza, dall’altro sappiamo che l’emergenza avrà un termine e quindi pretendiamo risposte chiare, soprattutto in un momento così delicato.
Privare un Ospedale fondamentale per il territorio di servizi strategici e convertirlo come ricettivo Covid potrebbe essere una soluzione solo in tempi contingenti ma che comprometterebbe l’offerta ospedaliera per il medio e lungo periodo. Non si può lasciare un intero territorio senza un riferimento locale e certo non possiamo accettare che i pazienti si rivolgano in massa a Lanciano, che presenta numerose criticità come spesso abbiamo riferito sia pubblicamente che in sede istituzionale. È chiaro che superato questo difficile momento storico l’ospedale dovrà insistere sul territorio ma chiarire in che modalità lo farà è un compito che spetta a chi sta governando la Regione Abruzzo”.Alle mie proposte si aggiungono quelle del consigliere comunale del M5S Emilio Falcone: “Negli anni l’ospedale ha perso ogni identità: come ospedale di area disagiata e presidio territoriale. E’ doveroso comprendere quale visione ha Regione Abruzzo per il San Camillo in modo da potersi confrontare nelle sedi opportune e vedere se realmente chi ha in mano la sanità abruzzese rispetta le esigenze del nostro territorio, ma soprattutto oggi Atessa non può far a meno dei servizi essenziali, quali Pronto Soccorso, Distretto Sanitario di Base e Guardia Medica, punto prelievi ematici e servizi ad essi complementari. Si trovi al più presto la soluzione per accogliere le richieste dei cittadini di Atessa e di tutto il territorio sangrino”.