UNA LEGGE PER IL POTENZIAMENTO DEGLI SCREENING SUL TUMORE MAMMARIO E L’ISTITUZIONE DI UN PROGRAMMA DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
Potenziare lo screening sul tumore mammario e istituire un programma di Consulenza Genetica Oncologica per pianificare eventuali misure di sorveglianza clinica e strumentale. È questo il contenuto di una proposta di legge, che ho depositato oggi, nella giornata mondiale alla lotta contro il cancro.
Grazie alla ricerca e al progresso della medicina oggi sono milioni gli italiani che hanno superato o riescono a convivere con questa patologia. L’ultima ondata Covid ha provocato però ritardi nelle visite, negli interventi e negli screening, un ritardo che deve essere immediatamente recuperato perché la diagnosi precoce e i programmi di controllo della popolazione possono salvare vite: l’arma più efficace nella lotta contro i tumori è la prevenzione. Per questo al centro della proposta che ho presentato c’è l’estensione dei controlli a una fascia più ampia di popolazione per il tumore alla mammella, che secondo le statistiche è il primo nel sesso femminile a cui segue quello all’ovaio che è il decimo. Gettiamo così nuove basi che ci consentano di affrontare i problemi per tempo, se non addirittura anticipandoli.
Lo screening, attualmente, viene garantito ogni due anni alle donne nella fascia d’età 50-74 anni. Con questo intervento si propone uno screening annuale, che sia esteso anche alla fascia tra i 45 e i 49 anni. Per la fascia tra 40 e 44 anni, invece, si rimette l’iniziale osservazione delle persone con storia familiare positiva ai medici di medicina generale, demandando la decisione finale di ammissione al programma di screening ai Centri senologici di riferimento territoriale.
Ma la proposta di legge prevede un altro elemento.
Parliamo dei programmi di valutazione del rischio. Per prevedere percorsi più snelli e che portino a una diagnosi precoce delle forme ereditarie del tumore alla mammella e all’ovaio, viene istituito il programma di Consulenza Genetica Oncologica, la CGO. Questa viene assicurata a tutte le persone che siano affette da tumore della mammella e dell’ovaio, o che siano a rischio per una predisposizione familiare. Lo scopo è quello di programmare misure di controllo periodico, nel rispetto delle linee guida nazionali e internazionali.
I centri di CGO sono le Breast Unit, i cui responsabili definiscono i criteri di accesso alle consulenze, i criteri diagnostici per le diverse fasce di rischio e per l’accesso a eventuali test genetici, le modalità e i tempi di esecuzione materiale delle misure. Gli studi dimostrano che, nel caso di accertamento di mutazione genetica, il paziente ha una più alta probabilità di sviluppare un tumore alla mammella nel corso della vita. Per questo è necessario farsi trovare pronti e dare ai cittadini che lo richiedano ogni strumento possibile per prendere le necessarie contromisure, partendo da una sorveglianza clinico-strumentale e dalla prescrizione delle relative prestazioni.
Mi auguro che a questa proposta di legge regionale venga garantita l’importanza che merita e, come tale, venga incardinata nei lavori di Commissione il prima possibile. Quando trattiamo temi di questo tipo non possono esistere divisioni all’interno dell’Emiciclo: la tutela della salute pubblica viene prima di qualsiasi colore politico. Lo strumento più efficace che abbiamo per contrastare i tumori è la prevenzione. Ci sono gli strumenti per intervenire per tempo, adesso serve metterli a terra e far sì che quante più persone possano monitorare il proprio stato di salute. Dobbiamo tendere una mano agli abruzzesi e accompagnarli, passo dopo passo. Non lasciamo nessuno da solo in questa battaglia.