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La Sanità che non c’è più

SANITÀ – RAPPORTO CREA, L’ABRUZZO AL TERZULTIMO POSTO, SOPRA SOLO A CAMPANIA E CALABRIA – PESSIMO RISULTATO, INACCETTABILE LO SCARICABARILE DELL’ASSESSORE VERÌ 
Una bocciatura su tutta la linea per la sanità a firma Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia che pone l’Abruzzo al terzultimo posto tra le regioni italiane per le performance legate ai servizi sanitari. Il dato emerge dall’annuale rapporto del Crea Sanità, pubblicato il 15 luglio 2022. Il rapporto si basa su una media  dei giudizi espressi dai portatori di interesse che valutano vari criteri, tra i quali Appropriatezza, Equità di accesso, Innovazione e Sociale. Nel 2022 le preferenze sono state studiate con il contributo di un panel composto da 107 esperti e la nostra regione ha confermato la discesa verso gli ultimi posti in classifica, peggio di noi solo Calabria e Campania.
Una situazione disastrosa, quindi, che fa il paio con quella degli anni precedenti: dal 2018 al 2021 la posizione dell’Abruzzo è scesa dalla 14esima posizione alla 18esima. Alla luce di questi dati, stonano le difese pubblicate sugli organi di stampa dell’Assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, che con il vecchio metodo dello scaricabarile afferma sostanzialmente che il rapporto misurerebbe aspetti che sono di competenza dei Comuni e che nel tempo l’Abruzzo ha sempre occupato basse posizioni, per cui sarebbe una eredità di passate amministrazioni. Questa difesa d’ufficio è inaccettabile e per questo ho deciso di porre delle domande al Presidente della Regione e Assessore alla sanità attraverso un’interpellanza che farò discutere il prima possibile in Consiglio regionale. Mi aspetto risposte chiare e non accetterò scuse e mere giustificazioni. Gli abruzzesi meritano una classe politica che sappia prendersi le sue responsabilità e colmare le carenze, anche quelle eventualmente ereditate, poiché non è possibile che a pagare gli errori di una pessima gestione del servizio sanitario siano sempre i cittadini.
L’ Assessore regionale con delega alla sanità ha il potere di indirizzo e il dovere di controllo sulle singole Asl provinciali  – continua Taglieri – e non è accettabile che riduca la questione con un semplice “non è di mia competenza”.
Pensiamo, per esempio, al quinto punto analizzato dal Crea, che testualmente misura il “Tasso di popolazione che adotta stili di vita corretti”, apparentemente una voce che dipende dal singolo cittadino-utente, ma la politica sanitaria regionale non può chiamarsi fuori sostenendo che non sia di sua competenza, perché la promozione di stili di vita corretti fa parte delle missioni istituzionali del dipartimento salute, tanto che in altre regioni vi sono strutture appositamente dedicate alle scopo.
Stesso discorso vale per i primi tre indicatori, classificati su una dimensione definita “Equità”, che  riguardano il numero di persone che rinuncia a sostenere spese sanitarie, il numero di famiglie che sperimentano un disagio economico a causa dei consumi sanitari privati e il numero di cittadini che si ricoverano fuori Regione per patologie oncologiche. Tutti aspetti che sono notoriamente un punto dolente, e già più volte evidenziato anche dal Movimento 5 Stelle, per l’attuale amministrazione regionale. Basti ricordare le problematiche relative alle liste di attesa e alla mobilità passiva extraregionale su cui abbiamo più volte chiesto interventi all’Assessore.
Invece di puntare il dito verso gli altri, chi è alla guida di Regione, dovrebbe spiegarci quanto incide su questo pessimo risultato il fatto che l’Abruzzo ancora non abbia adottato un Piano sanitario regionale, una Rete ospedaliera e una valida programmazione sanitaria territoriale. Dovrebbe anche spiegarci quanto questo pessimo risultato può dipendere dall’operato dei vertici delle quattro ASL ,che questa Giunta ha scelto e messo a comando delle aziende sanitarie.
Ora basta rimpalli! Se, come sembra ragionevole ritenere, la fotografia che emerge dallo studio Crea è rappresentativa dello stato dei diversi servizi sanitari regionali, è il momento di prendere in mano la situazione e dire chiaramente quali azioni si intendono intraprendere per colmare il distacco che ci separa dalle altre regioni. In caso contrario è arrivato il momento che questo governo regionale faccia le valigie e levi il disturbo. L’Abruzzo ha bisogno di tornare a crescere.