I dati analizzati dalla Corte dei Conti sulla mobilità passiva legata alle cure fuori Abruzzo evidenziano chiaramente che l’incidenza dei costi per curarsi in altre regioni è altissima. Gli spiragli di miglioramento, registrati solo in alcune zone, sono da considerarsi esclusivamente rispetto all’anno precedente, già segnato dalla pessima gestione del centrodestra. Rimane quindi un enorme deficit economico rispetto alla situazione, già critica, ereditata dalla precedente Giunta. Pertanto, prima di parlare di ‘buon risultato’ e di ‘strada giusta intrapresa’, come ha dichiarato l’Assessore Verì nei giorni scorsi, ci vorrebbe il buonsenso di guardarsi intorno per capire lo stato reale dell’offerta sanitaria in Abruzzo, senza lanciarsi in facili ed immotivati entusiasmi.
Intollerabile la percentuale di rinuncia alle cure
GLI ABRUZZESI RINUNCIANO A CURARSI PER I TEMPI TROPPO LUNGHI DEGLI ESAMI E I COSTI ELEVATI
DALLA VERI’ FACILI ENTUSIASMI, MENTRE CI VORREBBE IL BUON SENSO DI AMMETTERE IL FALLIMENTO SU TUTTA LA LINEA
Gli ultimi dati Istat disponibili evidenziano che il 13,8% degli abruzzesi ha dichiarato di aver rinunciato a visite ed esami per problemi economici o legati alle difficoltà di accesso al servizio.
Un dato superiore alla media nazionale, che si attesta sull’11%. Sono numeri allarmanti che fanno il paio con situazioni già al limite, come la mancanza totale di programmazione, una carenza di personale cronica in ogni struttura ospedaliera e liste d’attesa che hanno raggiunto livelli di criticità estrema
Ci vogliono anni di attesa per una mammografia o per altri esami diagnostici fondamentali come ecografie, tac e risonanze. Anche gli screening oncologici sono in ritardo. Al di là delle parole dell’Assessore, quindi, la verità dei fatti è che le liste d’attesa sono lunghissime perché manca il personale medico, infermieristico e OSS e in alcuni casi anche una strumentazione adeguata.
Alla luce di ciò, parlare di ‘strada giusta’ nella gestione del servizio sanitario in Abruzzo credo sia l’ennesima prova dell’autoreferenzialità del centrodestra e di un assessore completamente distaccato dalla realtà territoriale. Basti pensare che in Abruzzo la legislatura è quasi al termine e in Consiglio regionale non è mai arrivato il Piano Sanitario regionale e il Piano della Rete ospedaliera. Si tratta di documenti importantissimi eppure ne abbiamo sentito parlare solo sui giornali, come fossero un esseri mitologici di cui tutti conoscono l’esistenza ma nessuno li ha mai visti davvero.
Questo nella realtà si traduce in una gestione della salute pubblica che naviga a vista e sull’onda dell’emergenza, senza alcuna reale programmazione per andare a colmare il fabbisogno necessario a garantire un servizio sanitario che guardi alle reali esigenze dei cittadini.