Stop esami di Scintigrafia a Lanciano e Chieti: “Le giustificazioni della Direzione ASL 2 non reggono. Situazione inaccettabile per pazienti e personale”
Lo stop degli esami di scintigrafia presso la Asl 2 rappresenta una notizia gravissima per i pazienti oncologici. Una conferma di quanto sosteniamo ormai da tempo sullo sfacelo che questa Regione, di concerto con la direzione Asl 2, sta facendo del servizio sanitario locale. Ci sono quattro macchinari a disposizione dell’intera Asl Lanciano – Vasto – Chieti: i due macchinari del SS Annunziata di Chieti sono rotti e presso il Renzetti di Lanciano ne funziona solo uno dei due a disposizione. Una situazione che ha spinto la direzione Asl a interrompere il servizio per tutti i pazienti della provincia, che si trovano quindi costretti a subire un enorme disagio.
Le motivazioni portate dalla Asl non reggono. Quella del “paziente che resta radioattivo se non completa l’esame” sembra una tesi molto debole, visto che l’utente resterebbe radioattivo comunque, e ci sono protocolli per esami in scintigrafia che si ripetono a distanza di 48 ore, per avere un confronto tra la situazione a riposo e sotto sforzo, senza che questo comporti particolari problemi o richieda particoalri precauzioni. La verità è che abbiamo macchinari obsoleti e si preferisce non usarli, anche se funzionanti, e annullare esami già prenotati da tempo, abbandonando i pazienti a un destino incerto di migrazioni fuori regione e di liste di attesa lunghissime. O, per chi può permetterselo, di finire tra le braccia delle cliniche private a costi importanti per il cittadino.
Il Tilt sugli esami di Scintigrafia, però, è la punta dell’iceberg. All’Ospedale Renzetti, da diversi mesi ormai, è diventato impossibile prenotare, per esempio, un esame TAC, una Risonanza Magnetica, o una visita Cardiologica, Dermatologica o Gastroenterologica. Sono bloccati da oltre 18 mesi gli screening mammografici e della cervice uterina, fondamentali per la prevenzione delle più diffuse patologie tumorali femminili.
Gli addetti al CUP, che fino ad un mese fa rispondevano ingenuamente “non abbiamo calendari disponibili”, ora, dopo l’intervento congiunto della politica e della alta direzione aziendale, sono stati costretti a rispondere con un più sfumato “abbiamo un problema tecnico, ritorni tra qualche giorno”. Una situazione che mette gli operatori del centro prenotazioni in seria difficoltà e che sono costretti, con le loro capacità relazionali, a colmare una gestione pessima della Asl e della Regione che di questa ha il controllo.
Dietro a proclami dal tenore “Un ospedale nuovo per Lanciano” e “Lanciano è e resterà un DEA di primo livello”, ripetuti in continuazione da chi governa l’Abruzzo, sembra emergere la realtà di un ospedale volutamente svuotato e depotenziato, in cui non si esegue più quasi nessuna attività oltre il minimo richiesto dalle urgenze. Facile, poi, fare scaricabarile verso i “burocrati cattivi” del tavolo di monitoraggio che dovranno dirci che non possiamo permetterci un DEA di primo livello con reparti in cui non si eroga un numero minimo di prestazioni che ne giustifichi l’esistenza.
In tutto questo, purtroppo, il conto lo paga il cittadino già in difficoltà per la propria salute, che è costretto a girare l’Italia o a pagare di tasca propria esami diagnostici e visite specialistiche, a volte negli stessi ospedali dove gli viene rifiutata la prestazione pubblica, oppure, ed è la cosa più triste, deve rinunciare a curarsi. E lo paga il personale sanitario, costretto a lavorare senza le giuste strumentazioni, e lasciato in trincea davanti a un’utenza sempre più esasperata dai disservizi, nonostante non sia in alcun modo responsabile di queste situazioni.