La Giunta regionale del Presidente Marsilio manda a Roma, anzi rimanda dopo numerose tirate d’orecchio del Tavolo ministeriale, un documento mai approvato dalla Commissione competente e mai approvato dal Consiglio regionale. Il disastro della sanità in Abruzzo si manifesta così, e c’è poco da stupirsi se la Regione a trazione Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia, ha solo la medaglia nera per i vari stop dei tecnici ministeriali; l’aumento del disavanzo nelle casse della sanità e l’incremento della mobilità passiva verso strutture private o addirittura fuori regione- Sono anni che aspettiamo una programmazione efficace, indispensabile per garantire un servizio sanitario pubblico adeguato alla domanda dei cittadini.
Ma il centrodestra abruzzese pretende di arrivare in aula solo dopo aver “blindato” il documento ai tavoli ministeriali, tendando di approvarlo senza seguire il regolamento della Regione Abruzzo.
Oltre ai danni nel metodo sono numerose le criticità nel merito. Infatti, l’unica bozza che ci hanno presentato, ormai anni fa, era inadeguata e non aveva le gambe per camminare, abbandonando a se stessi interi territori e mortificando la medicina territoriale. Non sappiamo come il tavolo ministeriale abbia corretto quella bozza, per noi già sbagliata in partenza, e non è dato sapere cosa contiene oggi il Piano corretto. Ricordiamo, però, che il tavolo ministeriale non è un tavolo politico, ma tecnico. E che per dare l’okay a un atto di programmazione si basa esclusivamente su numeri e fattori oggettivi.
Ma il nostro territorio ha aree disagiate dal sisma, ha servizi carenti nelle aree interne, ha insomma tutte quelle particolarità di un territorio morfologicamente complesso che per la maggior parte della sua estensione è montuoso, ma con un accentramento di popolazione sulla costa. Particolare sofferenza c’è nelle province di Chieti e L’Aquila con numerosi piccoli ospedali che a causa di questa gestione non hanno un ruolo e una reale identità e che, in assenza di una corretta programmazione della Rete Ospedaliera, potrebbero sparire e diventare una sorta di “case della salute.
I numeri, quindi, penalizzano ancora una volta le aree interne e dovrebbe essere la visone politica di chi governa, quella che manca completamente al centrodestra, a mettere su carta soluzioni percorribili per non lasciare nessuno indietro.
Se avessero ascoltato il Consiglio regionale questi aspetti sarebbero stati alla base di ogni ragionamento, ma così non è stato. Parliamo del futuro del servizio sanitario pubblico dell’Abruzzo, e dopo ben quattro anni di governo si continua a fare propaganda su promesse e piani mirabolanti, ma che nella realtà non sono supportati da niente. Continueranno a buttare fumo negli occhi con la costruzione di nuovi ospedali, di cui si parla da anni ma per i quali non è stata messa ancora neanche una pietra, sperando forse che i cittadini siano pesci rossi dalla memoria corta. Purtroppo per loro non è così e gli abruzzesi lo hanno ben capito che sono in un vergognoso ritardo.
Ormai è sotto gli occhi di tutti che questa maggioranza è incapace di governare se non con delibere di Giunta che, se abusate nell’uso, come stanno facendo Marsilio & Co, rappresentano più atti di imperio che altro. Sia chiaro che in questo “giochino” non si leva solo voce alle opposizioni, ma anche a tutta quella fetta di maggioranza che non è in Giunta. Non c’è da stupirsi se poi le fratture tra Forza Italia, Fratelli D’Italia e Lega sono così evidenti tanto da tenere in ostaggio i lavori del consiglio regionale per mesi.