Se c’è una cosa che abbiamo imparato da questa pandemia è che la necessità di personale sanitario specializzato è una priorità. Bisogna quindi agire per permettere la formazione di giovani specialisti che vadano a colmare una carenza cronica, che proprio nel contesto pandemico è venuta alla luce in tutta la sua gravità. Il Ministero ha accreditato, nel 2021, circa 1.200 Scuole di specializzazione in Italia, che dipendono da 42 Università e sono collegate agli ospedali dove viene svolto il tirocinio. Ogni anno si iscrivono quasi 7.000 neolaureati in Medicina, selezionati con un concorso nazionale, al quale partecipano oltre 16 mila candidati. Pochi, rispetto alla necessità di sostituire chi va in pensione: la stima è che entro dieci anni, ma probabilmente anche prima, mancheranno oltre settemila medici.
Bisogna mettere in campo tutto quanto necessario per ottimizzare e incentivare la formazione di nuovi specialisti anche in Abruzzo, e bisogna farlo con azioni mirate che vadano a incrementare il personale di cui si ha più bisogno. Le scuole di specializzazione di area sanitaria attive nelle università abruzzesi, nelle sedi di l’Aquila e Chieti, al momento sono 50 di cui 5 sono in accreditamento provvisorio, in attesa di una nuova valutazione dei requisiti per evitare la chiusura, e 3 sono già chiuse, anche se stanno formando gli ultimi specialisti. Nel dettaglio, sono chiuse le scuole di Igiene, Neurochirurgia ed Oncologia medica a Chieti, mentre Endocrinologia e Urologia a Chieti e Oncologia, Ginecologia e Malattie Cardiovascolari all’Aquila sono in accreditamento provvisorio.
Ora, è chiaro che risulta necessario conoscere qual è il fabbisogno reale di professionisti da formare in base alle carenze riscontrate nelle ASL abruzzesi, e quale è l’andamento formativo e il reale stato degli accreditamenti delle scuole di specializzazione in Regione Abruzzo. Per questo motivo ho presentato una interpellanza al Presidente Marco Marsilio e all’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì. Solo nell’università di Chieti hanno già chiuso molte scuole di specializzazione e molte sembrano essere destinate a farlo. Anche L’Aquila presenta importanti carenze con numerose scuole in accreditamento provvisorio e quindi verso la chiusura.
Questo è un dato preoccupante, poiché avere delle scuole di specializzazione di area sanitaria è importante non tanto per una mera questione di prestigio universitario, quanto come serbatoio e polo di attrazione per la creazione e il perfezionamento di quelle risorse umane di cui i nostri ospedali hanno disperatamente bisogno, ma sembrano incapaci di attrarre o reperire. È però fondamentale che i criteri di finanziamento di eventuali borse di studio regionali, e la scelta di quali specialità sostenere maggiormente, siano basati su una attenta analisi basata sul reale fabbisogno di specialisti piuttosto che da criteri di soggettività politico-accademica.
E’ importante, quindi, che l’Osservatorio Regionale della Formazione Medico Specialistica torni nel pieno esercizio delle sue funzioni, anche in virtù del fatto che ormai, nella quasi totalità degli avvisi di selezione, sono ammessi e vengono assunti anche medici iscritti all’ultimo o penultimo anno delle scuole di formazione specialistica, pur non avendo completato l’intero percorso di specializzazione, e non sono comunque sufficienti a coprire le carenze di organico.
Mi aspetto che ci sia una risposta esaustiva e celere, e che questa mia interrogazione metta nell’agenda della Regione Abruzzo la necessità di interventi mirati a colmare le carenze, che purtroppo in Abruzzo sembrano essere sempre più importanti sul fronte della formazione specialistica.