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Carenza cronica di personale all’ospedale “Renzetti” di Lanciano

I disagi che ogni giorno i cittadini sono costretti ad affrontare per la cronica carenza di personale dell’Ospedale Renzetti di Lanciano non sono più tollerabili.

Ho depositato un’interpellanza in Consiglio regionale per avere risposte dal Presidente Marsilio, dall’Assessore alla sanità Nicoletta Verì e da tutto il governo regionale che, finora, non ha mosso un dito per trovare soluzioni definitive.

La carenza di personale è sotto gli occhi di tutti. Nell’unità operativa complessa di radiologia mancano tre unità, in otorino e in urologia due, ma in quest’ultimo caso diventeranno ben presto tre per via di pensionamenti, e una in gastroenterologia. Situazione altrettanto grave si registra in ginecologia, dove le carenze sono addirittura quattro, e in medicina riabilitativa, dove mancano tra i quattro e i cinque terapisti di riabilitazione. A queste si aggiunge l’unità attualmente assente in anestesia e rianimazione, dove tra pensionamenti e trasferimenti la situazione peggiorerà arrivando a tre unità.

La conseguenza è il mancato rispetto dei parametri previsti per un DEA di I livello, con servizi che prevedono copertura H24, ma che invece sono garantiti solamente fino alle 14, dal lunedì al giovedì, e, fuori da questi orari i pazienti vengono dirottati a Vasto e Chieti per le emergenze. Il disagio vissuto quotidianamente dal personale, che ha accumulato 1500 gironi di ferie ancora da smaltire nel solo reparto di anestesia e rianimazione, è enorme, con turni massacranti che si concludono ben oltre il turno di lavoro previsto.

Il governo regionale continua a negare le prerogative che spettano al territorio lancianese, creando una disparità evidente con altre zone dell’Abruzzo. La Lega e tutto il centro destra sono arrivati al governo promettendo di avere la ricetta per tutti i mali di questa regione, eppure niente sta cambiando rispetto all’amministrazione precedente. Lanciano e i cittadini hanno diritto di avere risposte concrete.

Non possiamo permetterci di aspettare ancora.