R: “Siamo contrari, perché teniamo all’Abruzzo e a tutte le sue anime. Un unico collegio si traduce inevitabilmente in una maggiore rappresentanza delle aree più popolose, quindi le aree costiere e metropolitane, lasciando fuori la quasi totalità delle aree interne, che subirebbero l’ennesimo schiaffo in faccia da una maggioranza che non ha fatto altro che depotenziare i servizi nel cuore pulsante della regione. E lo vediamo ogni giorno: sanità, giustizia, viabilità, questa maggioranza è incapace di offrire soluzioni percorribili per risanare quell’enorme divario che c’è tra l’Abruzzo montano e quello costiero. Inoltre, con il collegio unico, la politica diventerebbe una “roba da ricchi” in cui solo candidati con enormi risorse economiche, proprie o di finanziatori potenti, potrebbero affrontare una campagna elettorale sull’intero territorio regionale. Una visione che va in netto contrasto con la nostra idea di politica”.
D: “E quale effetto reale può produrre l’allungamento delle liste dei candidati dagli attuali 30 a 45?”
R: “Nessuno, se non quello di trovare nuovi “portatori d’acqua”. E’ un gioco che siamo abituati a vedere nelle amministrative: più consiglieri candidati significa creare captazione di voti su tutti i territori pur sapendo che, proprio a causa del collegio unico, a essere eletti saranno i consiglieri dei grandi centri urbani. E’ un’illusione di democrazia, ma alla fine la realtà è che a beneficiarne saranno sempre i soliti noti.”
D: “Il terzo punto è l’introduzione della tripla preferenza di genere. Cosa ne pensa?”R: “Rientra tutto nel piano del divide et impera che sembra essere il filo conduttore di questa proposta di legge elettorale. Si punta a una dispersione di voti anche nella singola scheda elettorale. Una proposta ridicola se si pensa al territorio abruzzese. Delle due l’una, se per il Presidente Marsilio l’Abruzzo non è abbastanza “grande” per avere i collegi provinciali lo è ancora meno per avere la tripla preferenza di genere. E non vengano a raccontare la favoletta delle quote rosa, perché c’è già la doppia preferenza di genere. Anzi, probabilmente la rappresentanza femminile sarebbe ancor più messa a rischio dando la possibilità di scrivere il nome di due uomini e una sola donna.”
D: “Marsilio propone anche un posto di diritto, in consiglio regionale, al candidato presidente che arriva terzo, purché la lista o la coalizione collegate conquistano almeno due seggi. Cosa ne pensa?”
R: “La verità è che Marsilio ha una gran paura di perdere le elezioni regionali e quindi invece di puntare a vincere, punta a indebolire gli avversari. Abbastanza triste se ci pensa. E’ chiaro che il Presidente sa che la maggioranza è in frantumi, come sa bene che gli equilibri probabilmente saranno ancor più complicati tra 1 anno a causa del dei rapporti nel Governo Meloni. Questa Proposta di legge elettorale in “difesa” ne è una chiara prova. Il centrodestra già adesso, ammesso che non ci siano sconvolgimenti fratricidi, non rappresenta la maggioranza degli abruzzesi. La questione del terzo candidato presidente, quindi, è un mero tentativo di spacchettare le coalizioni di opposizione nella speranza che in un mondo di ciechi lui esca come l’uomo con un occhio solo. Ma gli abruzzesi hanno bisogno di una guida che ci veda benissimo e che rimedi allo sfacelo che sta facendo la Giunta Marsilio.”
D: “Ritiene la legge elettorale una priorità per l’Abruzzo oppure cos’altro è secondo lei?”
R: “Non lo è assolutamente. Ma che le priorità del centrodestra siano sempre state all’antitesi dei bisogni reali dei cittadini non è una novità. Lo vediamo da 42 mesi e i risultati di questa politica distante dai territori sono sotto gli occhi di tutti. In un momento in cui i cittadini abruzzesi sono alle prese con una crisi energetica senza precedenti, con l’inflazione che sale e la povertà bussa alla porta di moltissimi lavoratori sottopagati, la Regione Abruzzo, invece di aprire un tavolo di crisi per gestire queste emergenze, mette sul tavolo delle commissioni la nuova legge elettorale. Come non è certo una priorità degli abruzzesi la Proposta di legge a per istituzionalizzare la figura del Sottosegretario di Giunta. Lo scopo della legge del centrodestra è quello di dare al Sottosegretario un’autonomia finanziaria e attingere al processo della surroga con un nuovo componente del Consiglio regionale, esattamente come attualmente avviene per gli assessori. Il gioco appare chiaro: aumentare le poltrone per mantenere saldi i vacillanti equilibri di maggioranza e riscrivere le regole del gioco per le elezioni regionali, con lo scopo di assicurarsi la rielezione. E nel frattempo gli abruzzesi non sanno come uscire dalla crisi”.