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La loro soluzione? Prima il privato!

LISTE D’ATTESA ASL 2, TAGLIERI: “MENTRE ANCORA NON CI SONO CERTEZZE SULL’ATTIVITÀ DIAGNOSTICA ED AMBULATORIALE ISTITUZIONALE, LA DIREZIONE GENERALE SI AFFRETTA A SBLOCCARE QUELLA A PAGAMENTO. ATTEGGIAMENTO MIOPE E INGIUSTIFICABILE”

Mentre l’attività ambulatoriale istituzionale all’interno della ASL Lanciano Vasto Chieti non ha ancora ricevuto un indirizzo chiaro per smaltire le chilometriche liste d’attesa per esami medici, la delibera firmata dal DG Schael, e approvata da Direttore Amministrativo e Sanitario, consente l’immediata ripresa dell’Attività Libero Professionale Intramuraria, cioè di quelle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro utilizzando le strutture ambulatoriali e diagnostiche a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa. Viene così, di fatto, favorita l’attività privata, mentre per ciò che riguarda le prestazioni del servizio sanitario regionale non esistono soluzioni definitive, e non se ne vedono all’orizzonte. In questo modo chi ha maggiori difficoltà economiche dovrà continuare ad aspettare che qualcuno si attivi finalmente per sbloccare quei servizi che dovrebbero essere garantiti dalla sanità di Regione Abruzzo, ma su i quali, ancora oggi, non si hanno certezze.

La cronica lunghezza delle liste d’attesa nel territorio di competenza dell’Azienda è stata ulteriormente aggravata dall’emergenza Covid. Ma, nonostante il picco dei contagi sia stato toccato mesi fa e ci fosse tutto il tempo per farsi trovare pronti con un piano per superare i ritardi accumulati, le attese per svolgere un esame restano inaccettabili, tali da arrivare anche a diverse settimane perfino per i test urgenti, che dovrebbero essere smaltiti per legge nello spazio di 72 ore. Adesso che, in ritardo, un piano è stato redatto, scopriamo che l’unica cosa sicura ufficializzata dalla Asl riguarda le prestazioni in forma di libera professione all’interno delle strutture ospedaliere, mentre sulla attività istituzionale non si hanno ancora riscontri certi. Tutto questo, nonostante il piano nazionale preveda chiaramente che il ricorso alle prestazioni private rappresenti solamente l’estrema opzione nel caso in cui il sistema sanitario non sia in grado di rispondere a tutte le richieste. Ci auguriamo che, come previsto dal piano nazionale, di cui quello regionale e quello aziendale sono le articolazioni a livello territoriale, gli ambulatori e le attrezzature per la diagnostica vengano fatte operare su più turni e anche nel fine settimana come in altre regioni, dedicando a questo la attività libero professionale, e nel caso in cui ciò non sia sufficiente il cittadino possa recarsi presso la sanità privata al solo costo del ticket, sempre sulla base delle disposizioni del piano nazionale, che arriva a prevedere la risoluzione del contratto dei massimi dirigenti in caso di non adempimento.

La sola realtà che conosciamo adesso  è quella che sono costretti a vivere ogni giorno i cittadini abruzzesi che, in mancanza di una programmazione chiara e definita per tempo, si ritrovano con esami impossibili da prenotare, o fissati a mesi di distanza. Questa è la conferma di una gestione approssimativa e sbagliata, che adesso punta tutto sullo sblocco delle prestazioni private mentre lascia ancora ferme al palo, senza alcuna sicurezza, quelle pubbliche. Dal momento che la valutazione dell’operato di un Direttore Generale della Asl passa, soprattutto, attraverso il raggiungimento di risultati sulle liste d’attesa e sul rispetto dei tempi, alla luce di quanto emerso finora invito l’Assessore alla Sanità Verì e il Presidente di Regione Marsilio a fare, una volta per tutte, le dovute riflessioni dal caso, valutando anche un’eventuale rimozione dall’incarico.