Home | Pensieri | La riabilitazione di Ortona non può essere smantellata così

La riabilitazione di Ortona non può essere smantellata così

TRASFERIMENTO RIABILITAZIONE INTENSIVA DA ORTONA AD ATESSA: “CARENZE EVIDENTI, LA GIUNTA INTERVENGA”

Alla Asl 02 Lanciano Vasto Chieti è bastata una delibera, che oltretutto va in direzione opposta con quanto previsto dal riordino della rete ospedaliera, per trasferire la UOC di Riabilitazione ad alta intensità di cura dal presidio ospedaliero di Ortona al presidio ospedaliero di Atessa, un presidio che a tutt’oggi non ha condizioni logistiche adeguate, con locali che non sono minimamente conformi alle esigenze e, come specificato nella stessa delibera, con le attività ambulatoriali di molti reparti che devono essere riattivate. Una scelta difficilmente comprensibile, soprattutto perché i pazienti trattati nella Riabilitazione Intensiva sono definiti ‘ad alto rischio’, e il trattamento in strutture carenti o inadeguate ne può seriamente compromettere il recupero funzionale o addirittura aggravarne la patologia. Per questo ho depositato un’interpellanza in Consiglio regionale per avere una spiegazione plausibile riguardo a questa scelta.

Parliamo di un reparto che ha già gravi problematiche, con una cronica carenza di personale, tale da mettere a rischio perfino i 60 minuti di riabilitazione quotidiana che ogni singolo paziente dovrebbe sostenere. A questo si uniscono le ripercussioni sui piani di lavoro e i disagi per turnazione, ferie, permessi e congedi a cui il personale sanitario ha diritto. Non si capisce quindi perché, oltre alle inevitabili ripercussioni sulla qualità del servizio offerto per la mancanza di un adeguato numero di operatori sanitari, pazienti e personale debbano essere piazzati in un’area inadeguata alle necessità: molte stanze sono prive di servizi igienici dedicati, la palestra prevede spazi minimalistici, i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali sono difficili da realizzare, mentre mancano del tutto quelli dedicati agli utenti esterni che necessitano di cure riabilitative.

A rendere ancora più preoccupante una situazione già grave di per sé, c’è anche il fatto che pazienti già fragili vengono trasferiti da un Ospedale non-Covid come quello di Ortona, a uno destinato specificamente alla cura dei positivi al Covid come quello di Atessa, con rischi per la salute presumibilmente maggiori.

Dal momento che questo spostamento è stato decretato da una delibera dell’Azienda Ospedaliera nonostante quanto previsto dal piano di riordino della rete ospedaliera, in cui si assegna al Polo Ospedaliero “G. Bernabeo” di Ortona la specialità di ‘Recupero e riabilitazione funzionale’, chiederò spiegazioni direttamente alla Giunta regionale per capire se abbia intenzione di sanare tutte queste criticità, con quali modalità e, soprattutto, con quali tempi. La priorità è garantire il miglior servizio sanitario agli utenti e permettere agli operatori di lavorare nelle migliori condizioni possibili. È il momento che il centrodestra, una volta per tutte, si muova di conseguenza senza guardare in faccia nessuno.