Rifugio Pomilio isolato, la Provincia è carente nella manutenzione e delibera la chiusura dell’unica strada di accesso. Taglieri: “Le mancanze della politica non possono essere pagate dagli operaturi turistici e dal Soccorso Alpino
E’ stata chiusa la strada per il Rifugio Pomilio, passano gli anni ma la storia non cambia.
L’Ordinanza con cui la Provincia di Chieti ha chiuso 3 chilometri di strada provinciale 220 ‘della Majelletta’, che da Passolanciano porta al Blockhaus, rappresenta un colpo duro impartito a una zona importante per il nostro turismo e per il territorio abruzzese. È gravissimo vedere che, ancora oggi, l’Ente preposto a garantire la sicurezza di un tratto di strada venga meno ai propri doveri e, invece di trovare una soluzione concreta, si limiti a impedirne il transito, abbandonando i lavoratori di un rifugio importante come il Pomilio a cui, adesso, è impossibile accedere. La Giunta di centro destra di Regione Abruzzo resta a guardare, nonostante le tante promesse fatte, e non perde mai occasione per parlare di turismo e poi, nei fatti, consente che avvenga una cosa di questa gravità.
Il Presidente della Provincia Mario Pupillo ha firmato un’ordinanza il 31 dicembre 2019, facendo così aprire il nuovo anno a questo territorio con la peggiore delle sorprese. La motivazione con cui si spiega la scelta sta nel fatto che l’Ente Parco Nazionale della Majella, che gestiva il tratto prima di riconsegnarlo alla Provincia, non avrebbe effettuato i doverosi lavori di manutenzione. Una spiegazione che, a nostro avviso, non regge, dal momento che l’Ente Provincia è sempre rimasto ‘soggetto attuatore’ dei progetti di sviluppo per quel tratto di strada, e che era comunque un dovere dell’amministrazione avere sempre un attento controllo dell’area, alla luce delle problematiche che già si ripetevano negli anni precedenti. Il transito resta vietato ai veicoli di soccorso e ai gestori del rifugio che non possono così offrire un servizio essenziale per la montagna anche alla luce del fatto che il Rifugio è punto di ritrovo per il soccorso alpino. L’ordinanza sancisce, inoltre, che non sia previsto il passaggio dello spazzaneve essendo la quota della strada superiore ai 1700 metri. Una precisazione millimetrica che, se si tenesse conto della morfologia del territorio e del ruolo che il rifugio è chiamato a svolgere, potrebbe essere più elastica, dato che il tratto oggetto di chiusura è di soli 3km, consentendo a tutti, operatori e turisti, di vivere la stagione invernale con i dovuti servizi.
Nonostante le numerose sollecitazioni al Presidente della Provincia, sia da parte nostra che da altri organi politici, la questione rimane bloccata. Non è accettabile che una strada venga chiusa da chi dovrebbe garantirne la sicurezza. Una scelta troppo comoda e che non contempla una presa di responsabilità ed un piano di risoluzione del problema come ci si dovrebbe aspettare da chi governa. Il Rifugio Pomilio rimane isolato come la zona nella quale ci sono ripetitori TV che servono metà della regione e il cui segnale è ricevuto dalle Marche fino in Puglia. Tutto per una mancanza di cura e di attenzione da chi avrebbe dovuto svolgere i controlli. Tutto questo non è accettabile e ci auguriamo che si giunga presto ad una soluzione idonea al caso. Noi continueremo a tenere alta l’attenzione.