Vogliamo chiarezza su una vicenda che da anni genera ingenti danni patrimoniali a una società partecipata e ai lavoratori
È sotto attacco l’azienda partecipata “Impiantistica Antifortunistica – DIA”, che si occupa di verificare e certificare attrezzature e impianti nei luoghi di lavoro di competenza della ASL 02 e che per l’Azienda sanitaria locale costituisce un valore patrimoniale. Un attacco che assume le forme del “fuoco amico” in quanto il primo a mettere in discussione l’operato dell’Azienda sembra proprio il direttore generale ASL 02 Thomas Schael, che attraverso una serie di deliberazioni aziendali, l’ultima in ordine di tempo la n. 421 del 21 marzo 2023, avvia il procedimento per la liquidazione e lo scioglimento unilaterale della società partecipata. Una scelta oscura e tutta da chiarire secondo il M5S, che ha sottoposto il caso alla Commissione Vigilanza di Regione Abruzzo. Ma purtroppo i consiglieri di maggioranza oggi hanno disertato la commissione e non hanno consentito la discussione sulla delibera aziendale n.421/2023, in oggetto all’ordine del giorno.
Trovo vergognosa l’assenza della Regione Abruzzo, in particolare della sua maggioranza, che davanti a un argomento così delicato si sottrae al confronto. Ancora una volta il centrodestra, e la direzione da esso nominata, dimostra la forza solo a chiacchiere, ma quando si arriva alla conta dei fatti se ne vanno a gambe levate. Ora bisognerà aspettare 15 giorni per avere chiarimenti, probabilmente chi non ha spiegazioni spera nella distrazione generale delle ferie estive, ma noi saremo qui ad aspettarli.
Quello che vogliamo sapere è perché la ASL, che detiene il 51% di maggioranza dell’azienda partecipata “Impiantistica Antifortunistica – DIA”, vuole avviare un procedimento di liquidazione se non ha mai programmato risorse e iniziative per reinternalizzare il lavoro svolto dalla società partecipata e non ha mai sopperito alla carenza di figure professionali interne che siano competenti a rilasciare tali certificazioni.
Appare evidente, quindi, la non volontà o possibilità di rendere completamente interno alla ASL 02 il servizio che oggi viene svolto dalla società. A questo punto ci chiediamo a quale scopo la direzione sanitaria intenda liquidare i rapporti con la DIA e soprattutto a chi intenda assegnare i compiti svolti oggi dalla partecipata.
I nostri dubbi partono anche dal giallo che gira intorno a questa delibera: pubblicata in modalità “secretata” sull’albo pretorio, ma in qualche modo arrivata sulle scrivanie di numerosi soggetti privati che si sono lanciati con estrema voracità sulla possibilità di eseguire verifiche e certificazioni sostituendosi alla ASL 2 con la propria azienda, al 100% privata.
Alla luce di tutto ciò la ASL, in quanto azionista di maggioranza della DIA, dovrebbe spiegare le sue intenzioni e le circostanze che hanno portato soggetti privati in possesso della delibera. Noi non faremo un passo indietro, servono risposte concrete sul comportamento dell’Ente che sembra voler incidere personalmente sullo svolgimento del rapporto societario e sull’attività della società partecipata. E lo fa mediante poteri autoritativi, come le decisioni prese dal Direttore Generale ASL, in modo peraltro non corretto poiché nei patti sociali questa decisione richiede una maggioranza dei due terzi contro il 51% detenuto dalla ASL.
Inoltre, ricordiamo che nel momento in cui l’operato della Direzione Generale causasse lo scioglimento della società DIA srl si potrebbero generare ingenti danni, patrimoniali e non. Altresì va considerata la sofferenza emotiva di tutti i suoi lavoratori, con famiglie e mutui a carico, e la perdita del posto di lavoro a seguito della decisione della ASL di sciogliere la società.
Qualora la ASL avesse in mente, non si sa ancora a che scopo, la dismissione del servizio della DIA e l’utilizzo degli organismi privati per esercitarlo – specifica Taglieri – non verrebbero raggiunti dall’ASL gli obbiettivi LEA inerenti all’attività di sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; mancherebbe il personale tecnico qualificato, ora conteggiato all’interno della partecipata, e verrebbero meno le attività della società che impegna quotidianamente 10 tecnici operatori di verifica, in 5 squadre operative sul territorio, oltre a 5 tecnici amministrativi. Si ridurrebbero così le tipologie di verifica obbligatorie da fare sul territorio. Alcune di queste attività, come la verifica dei recipienti in pressione, possono essere svolte solo dalla ASL, sono obbligatorie, richieste dai vigili del fuoco, e non possono essere abbandonate né svolte da enti esterni.
Giova ricordare che la DIA srl venne costituita a seguito della legge regionale 63/1986, ormai abrogata ma che concesse dei fondi per la costituzione di cooperative per i giovani residenti in Abruzzo alla ricerca di prima occupazione, in grado di fornire servizi qualificati alla pubblica amministrazione, realizzando un progetto di collaborazione con la regione finanziato con quasi 500 milioni di lire dell’epoca. La cooperativa è socio di minoranza della ASL, insieme alla quale ha costituito la DIA per lo svolgimento di verifiche nel campo della sicurezza sul lavoro. Gli utili della società sono destinati alla ASL stessa, sotto forma di donazione di apparecchiature, mentre la ASL si impegnava a utilizzare le strutture della società anche per le proprie verifiche interne.
Allo stato attuale è stato rilevato già un notevole danno economico per quanto concerne le spese legali sostenute sia dal socio privato che dalla società mista per costatare la realtà dei fatti. E risulta ancor più rilevante l’oltraggio economico diretto subito dagli organi della società partecipata per essere stati sottoposti alla volontà esercitata dalla Direzione Generale di convocare e celebrare l’assemblea straordinaria dei soci per la messa in liquidazione della DIA srl, che ha avuto l’ovvio esito di rifiuto. Inoltre, il codice civile avvalora l’esigenza che i rapporti all’interno della società si realizzino attraverso comportamenti coerenti con gli scopi per i quali il contratto sociale è stato stipulato. Il socio di maggioranza è interprete dell’interesse sociale secondo le norme di statuto, pertanto le proposte da portare in assemblea, formulate con le deliberazioni adottate dal Direttore Generale ASL, non possono essere il frutto di una intenzionale attività arbitraria che potrebbe causare danni alla società.