TAMPONI AL PERSONALE SANITARIO, TAGLIERI: “INCONGRUENZE POTENZIALI TRA REGIONE ABRUZZO E MINISTERO DELLA SALUTE. DEPOSITATA INTERPELLANZA PER FARE CHIAREZZA, NECESSARI TEMPI VELOCI PER GLI OPERATORI SINTOMATICI E ASINTOMATICI”
La velocità dell’esecuzione e del responso di un tampone sono armi determinanti per contrastare l’espandersi del contagio del Coronavirus, soprattutto per ciò che riguarda il personale sanitario. È un concetto ribadito più volte dal Ministero della Salute e dall’intero Governo nazionale che, per i lavoratori delle strutture ospedaliere, non fa alcun tipo di distinzione tra sintomatici e asintomatici sull’urgenza di avere nel più breve tempo possibile la risposta al test.
Un operatore con carica virale, indipendentemente dai sintomi che mostra, può produrre effetti potenzialmente devastanti se entra in contatto con i pazienti, in particolar modo con quelli più vulnerabili. Per questo risulta difficilmente comprensibile per quale motivazione la Giunta regionale, con l’ordinanza 53, sembri applicare criteri di priorità diverse tra il personale. Per avere chiarezza su questo punto, ho depositato un’interpellanza al Presidente Marsilio e all’Assessore alla Sanità Verì in modo da ricevere risposte certe al riguardo. Ci devono delle risposte, perché non possiamo correre il rischio di causare altri pericoli alla nostra comunità e a tutto il personale.
Come previsto sia dal Decreto Cura Italia che dalle Ordinanze del Presidente di Regione Marsilio, gli operatori sanitari, anche se venuti a contatto con persone positive al Covid-19, proseguono la propria attività fintantoché risultino asintomatici, a patto che vengano seguite tutte le misure di contenimento del contagio e siano sottoposti a stretta sorveglianza sanitaria. È evidente quindi che debbano avere una corsia preferenziale nello svolgimento del tampone, che deve essere refertato, come previsto da circolare del Ministero della Salute, entro 36 ore, sia che l’operatore risulti sintomatico, che l’operatore risulti asintomatico. Questo per limitare al massimo il tempo di permanenza nelle strutture senza sapere se si è o meno positivi al Coronavirus.
Un operatore sanitario per forza di cose è in stretto contatto con un numero elevato di persone, siano essi pazienti, i loro familiari, o i propri colleghi. Nel momento in cui si trovasse ad essere infetto, potrebbe diventare un “super diffusore”, praticamente un dispenser di contagio. E questi casi possono avere conseguenze devastanti, si pensi ad esempio al paziente 1 di Codogno che da positivo inconsapevole ha partecipato ad eventi sportivi frequentatissimi in tutto il Nord Italia.
Quanto pubblicato da Regione Abruzzo con l’allegato all’ordinanza 53 rischia, invece, di andare in contrasto con le disposizioni ministeriali. Infatti, nella tabella con cui si stabiliscono i criteri di priorità, vengono fatte diverse specifiche. In particolare si parla di “Codice rosso” per “personale sanitario sintomatico”, e di “Codice giallo” per “operatori sanitari” che, in mancanza di altre specifiche, sono presumibilmente da ritenere asintomatici. È difficile immaginare come per entrambi le categorie di priorità possa essere garantito il referto nel termine delle 36 ore.
L’ordinanza del Presidente Marsilio presenta incongruenze rispetto a quanto previsto dal Ministero della Salute. Infatti nessuna circolare ministeriale indica differenze, sulla velocità dei tamponi, per il personale sintomatico o asintomatico. Cosa che, invece, sembra fare Regione Abruzzo. Evidentemente questa maggioranza non ha ancora compreso l’importanza di tenere potenziali vettori del virus, come un operatore sanitario positivo ma asintomatico, lontano dai pazienti. Per farlo esiste solo un modo: tamponi refertati nel più breve tempo possibile.
Abbiamo già assistito a numerosi casi di operatori sanitari asintomatici, lasciati a lavorare all’interno delle strutture abruzzesi, la cui positività al Covid-19 è stata resa nota decine di giorni dopo lo svolgimento del tampone. Vuol dire aver lasciato all’interno delle strutture persone che, inconsapevolmente, avrebbero potuto infettare pazienti e qualsiasi persona con cui fossero entrate in contatto. È un rischio che si può evitare solamente con tempi certi e veloci nei risultati dei tamponi, senza fare distinzioni tra sintomatici e asintomatici, in modo da evitare di causare danni incalcolabili all’intera comunità, oltre a essere potenzialmente in conflitto con le circolari del Ministero della Salute. L’Assessore Verì e il Presidente Marsilio devono delle spiegazioni chiare agli operatori e a tutti i cittadini. Adesso non c’è scusa che regga per commettere imperdonabili errori”, conclude.