CASE ATER ACQUISTATE PER EMERGENZA SISMA 2016, QUALCOSA È ANDATO STORTO
Tubature di scarico delle acque nere a vista, scivoli per disabili senza ringhiera di protezione o del tutto inagibili perché ostruiti da sterpaglie. Ascensore che non può salire oltre il terzo piano in quanto il quarto piano è un “sottotetto” e non può contenere l’intera cabina, lasciando persone con disabilità o mobilità ridotta impossibilitati a muoversi. Alcune palazzine presentano diversi scalini al piano terra e nessuna rampa per carrozzine e/o barelle per poter accedere all’androne del palazzo in caso di emergenza.
Pensiamo per esempio a un soccorso sanitario urgente, bisognerebbe prima percorrere un tragitto di circa 200 metri in salita e poi fare una decina di scale. Inoltre, per non farci mancare nulla, diversi appartamenti presentano muffa e infiltrazioni dovute presumibilmente a rotture delle condotte posizionate nell’intercapedine creata con pannelli di cartongesso, la cui stabilità è stata già compromessa da diversi cedimenti.
È questa la situazione in cui versano le case acquistate con i fondi nazionali per l’emergenza abitativa di ATER Teramo a seguito del sisma del 2016. Una vergogna tutta abruzzese su cui ho deciso di chiedere conto alla Giunta di centrodestra presentando un’interpellanza diretta all’Assessore competente. È inaccettabile, infatti, che i residenti Ater, che già hanno subito lo scotto di perdere la casa a causa del terremoto, debbano convivere con questi disagi nell’inerzia della Regione Abruzzo che è proprietaria degli immobili.
Il Governo ha messo a disposizione dei fondi per poter acquistare in via emergenziale delle unità abitative da costruttori del posto per poi destinarli all’edilizia residenziale pubblica e assegnarli così ai residenti di case Ater che hanno dovuto lasciare l’abitazione per inagibilità dell’appartamento a seguito del sisma. La ricerca e l’acquisto di questi immobili è stata affidata al COR (Centro Operativo Regionale), poi sostituito, a partire dal 19 Agosto 2018, da SMEA (Struttura di Missione per il superamento delle emergenze di protezione civile).
L’avviso emesso dal COR, a cui i costruttori dovevano rispondere per proporre la vendita dei propri edifici, prevedeva dei precisi requisiti per gli immobili, tra i quali: una superficie utile compresa tra i 30 e i 95 mq e una categoria catastale A2, A3 o A4; essere conformi ai requisiti urbanistici, alle normative vigenti in materia di edilizia e sicurezza, alle normative sismiche, e alle normative sull’edilizia residenziale pubblica; essere liberi da vincoli e ipoteche e realizzati senza contributi e finanziamenti pubblici, o previa rinuncia e restituzione degli stessi; essere disponibili, senza necessitare di significativi interventi di completamento e non precedentemente abitati e, infine, essere localizzati in immobili privi di barriere architettoniche e dotati di impianti conformi alle disposizioni di legge.