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Reinternalizzazione dei Medici del Servizio 118

In un momento così delicato della Sanità nazionale, in cui i piani di riordino delle reti ospedaliere hanno decretato la chiusura, l’accorpamento e la riconversione di numerosi ospedali, con rilevante contrazione del volume complessivo dei posti letto disponibili, tante volte razionando e non ottimizzando, a livello di alcuni territori regionali, le risorse disponibili in rapporto agli effettivi fabbisogni, il Sistema di Emergenza Territoriale 118, su cui si sono ulteriormente concentrate le più varie richieste di soccorso da parte dell’utenza avrebbe dovuto essere potenziato e non, al contrario, depotenziato, cosa che invece è avvenuta, in modo sistematico

L’attività del Sistema 118 è, in sé stessa, attività sanitaria e che quindi il Sistema deve essere concepito e sviluppato prevedendo, a bordo dei mezzi di soccorso, personale sanitario qualificato, certificato e periodicamente addestrato, costituito da medici e da infermieri specificamente dedicati.

Nonostante la annosa difficoltà di reperire personale medico operante nel settore dell’emergenza-urgenza sanitaria territoriale si è fatto frequentemente ricorso al conferimento di incarichi in convenzione per sopperire alle carenze di organico ed assicurare la copertura di un servizio essenziale.

Attualmente i medici del 118 appartengono per la maggior parte alla categoria dei medici convenzionati, e di conseguenza sono privi di specifiche tutele come il riconoscimento della malattia, degli infortuni, della legge 104, ed hanno minori contributi pensionistici sebbene la stessa attività in rapporto di lavoro convenzionato o parasubordinato è, in tutto e per tutto identica all’attività del medico 118 dipendente, ed al medico di pronto soccorso dipendente con rapporto di lavoro di tipo subordinato.

In base alle disposizioni di cui all’articolo 100 dell’Accordo Collettivo Nazionale  del 23 marzo 2005 e nella normativa dallo stesso richiamata, non sussistono, in linea di principio, preclusioni di ordine giuridico all’inquadramento nella dipendenza di medici di Medicina Generale incaricati a tempo indeterminato.

L’attuale pandemia da virus SARS-CoV-2, ha visto i medici del 118 operare in prima linea nella lotta al virus, a bordo delle ambulanze che, per il necessariamente ridotto spazio del vano sanitario, non permettono di mantenere le distanze ottimali di sicurezza nei confronti dei pazienti a bordo. Anche adottando tutte le cautele dal caso, è evidente la situazione di rischio che corrono tutti i medici 118. E a questo rischio comune si aggiunge, per i medici convenzionati del 118, una diversa e meno immediata tutela contrattuale in fatto di malattia ed infortunio sul lavoro, rispetto a quella dei colleghi dipendenti/dirigenti.

Il 118 è in piena emergenza nell’indifferenza dei governi, soprattutto regionali che ne hanno la competenza diretta. Uno snodo strategico della nostra sanità pubblica, fondamentale per salvare vite umane, è soffocato da diversi problemi, come la organizzazione disomogenea e frammentata, la programmazione inadeguata delle risorse,  i meccanismi formativi insufficienti e contraddittori, l’inquadramento confuso e precario del personale medico tra contratti, convenzioni e collaborazioni, anomale e a tempo determinato. Una giungla nella quale si mette a rischio la qualità dei servizi per i cittadini, spesso garantita solo grazie allo sforzo dei medici e degli operatori in generale.

E’ opportuno riconoscere la professionalità e le competenze maturate nel corso degli anni dal suddetto personale grazie al quale è stato possibile dare continuità in questi anni al servizio regionale di emergenza-urgenza, ed è prioritario non disperdere il patrimonio di competenza e professionalità acquisito. Altre regioni hanno già deliberato da tempo, per una migliore organizzazione delle attività dell’Emergenza Sanitaria Territoriale, di dare attuazione alle norme sul passaggio in ruolo del personale convenzionato addetto all’attività di emergenza sanitaria territoriale inquadrandoli con il ruolo dirigente medico.

Ho chiesto perciò alla giunta regionale di:

  1. Definire piante organiche dedicate e a stabilire, per i vari territori, un numero complessivo di postazioni medicalizzate ed infermieristiche in grado di assicurare intervento di soccorso sanitario potenzialmente salvavita sui codici rossi, in grado di effettuare diagnosi e terapia di emergenza nel rispetto degli standard temporali per area urbana ed extraurbana e, contestualmente, di effettuare la ricognizione di tutti i medici formalmente assegnati al Servizio di emergenza e urgenza territoriale ma impiegati in strutture diverse da quella di assegnazione
  2. Una volta determinata la consistenza reale delle necessità in organico per il Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale nelle singole ASL, avviare il procedimento per l’inquadramento dei medici di Emergenza Sanitaria Territoriale, nel ruolo sanitario della dirigenza medica, predisponendo un idoneo concorso e percorso formativo03.