La Regione del Presidente Marsilio deve attivarsi immediatamente per adempiere alle indicazioni del nuovo Contratto collettivo. Da troppo tempo, per via della mancanza di concorsi, i professionisti sanitari sono costretti a emigrare verso altri territori per avere la possibilità di un lavoro e sfuggire dal precariato che assilla la sanità abruzzese. Molti di loro, ormai da anni, vivono lontani da casa con la speranza di poterci tornare ma purtroppo questa volontà si scontra con le situazioni poco favorevoli della nostra regione. E mentre da un lato l’Assessore Verì annuncia che vuole procedere all’assunzione di personale Extra europeo, al fine di colmare le croniche carenze di forza lavoro, ci sono professionisti abruzzesi che lavorano in giro per l’Italia e aspettano invano di riportare le loro competenze “a casa”.
Al di là delle farraginose giustificazioni dell’Assessore competente, la fotografia delle procedure concorsuali in Abruzzo è disarmante. Nel dettaglio vediamo che nella Asl 01 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, il concorso bandito, con pubblicazione in GU 4 serie speciale concorsi n 52 del 07/07/2020, non è mai stato espletato e ormai da due anni non si hanno più notizie. Nella Asl 02 Lanciano-Vasto-Chieti per il concorso, svolto in data 21/04/2022, al momento sono stati chiamati solo i vincitori. Nella Asl 03 Pescara, il concorso, bandito con pubblicazione in GU 4 serie speciale concorsi n 36 del 07/05/2021, non è mai stato espletato e ormai da quindici mesi non si hanno notizie, se non quelle di qualche settimana fa che riduce i posti messi a disposizione senza però dare comunicazione su quando verranno svolte le prove. E infine nella Asl 04 Teramo il concorso, svolto con prova unica in data 24/11/2021, vede la graduatoria approvata con deliberazione n. 0970 del 24/5/2022, ma, per via dei numerosi ricorsi, il procedimento è fermo. I ricorsi, che dovevano essere discussi a luglio 2022, sono stati rinviati a febbraio 2023, ovvero, a 9 mesi dopo la pubblicazione della graduatoria.
Alla luce di tutto questo credo che sia arrivato il momento di consentire al nostro personale sanitario dislocato in tutta Italia di usufruire di un diritto previsto dalla legge e dal contratto di lavoro. Quel personale sanitario, che in altri tempi veniva definito come “gli eroi del covid”, e che in parte ha dovuto affrontare la pandemia lontano da casa e dagli affetti, merita di tornare in Abruzzo. E’ un diritto per loro e, per chi è alla guida della Regione, un dovere intervenire subito.