Ho presentato questa Risoluzione con il fine di garantire risorse adeguate per sostenere la sanità pubblica in modo da offrire un’assistenza sempre più efficiente e all’avanguardia. Se la pandemia da Covid ci ha insegnato qualcosa è che gli investimenti sul Sistema Sanitario sono fondamentali. Per questo è inconcepibile una direzione nazionale in cui si torna a una logica di diminuzione dei fondi. Sono soddisfatto dell’approvazione all’unanimità nella Commissione competente vigileremo che l’impegno preso formalmente dal centrodestra sia mantenuto.
In base alla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza (NADEF), si registra una nuova previsione finanziaria per la sanità pubblica con una diminuzione per l’anno in corso dello 0,1 %, passando così dal 7,1 % stimato dalla precedente NADEF, al 7% nel 2022; dal 6,7% al 6,6% nel 2023 e dal 6,1 % al 6,0% ne1 2025, mentre risulterebbe invariata la stima (6,2%) rispetto al 2024;
Anche la Corte dei Conti nella memoria sulla NADEF trasmessa al Parlamento, ha confermato le criticità conseguenti alla riduzione di un punto percentuale, dal 7% del 2022 al 6% del 2025, che potrebbero determinare la definitiva insostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale. Non è pensabile che il servizio sanitario pubblico venga svilito in favore delle cliniche private. Il disastro in termini di vittime della pandemia sembra non avere insegnato nulla, eppure è chiaro che con una diminuzione di fondi sarà impossibile recuperare le liste d’attesa accumulate in questi anni, aumentando inevitabilmente quei fenomeni come la mobilità passiva e la rinuncia alle cure.
Le liste d’attesa sono lunghissime, i disagi da Long Covid richiedono prestazioni specifiche, senza contare la cronica carenza di personale che attanaglia il nostro sistema sanitario.
Alla luce di tutto ciò un nuovo ridimensionamento dell’attuale livello di spesa sanitaria, non è ciò di cui abbiamo bisogno e rischia di non essere coerente con le sfide poste dalla nuova sanità territoriale disegnata dal PNRR, sia in termini di fabbisogno di personale che di prestazioni.
In questo scenario credo sia inaccettabile anche solo ipotizzare un taglio dei fondi per questo ho voluto far approvare al centrodestra un atto di indirizzo da far valere anche nella conferenza Stato Regioni. Nella speranza che, almeno questa volta, chi è alla guida di Regione Abruzzo lavori con abnegazione alla tutela del servizio sanitario pubblico agevolando così la tutela del diritto alla salute di tutti gli abruzzesi.