NUOVI OSPEDALI, IL M5S CHIEDE CONTO DELLE PROMESSE DELLA GIUNTA MARSILIO: “PIÙ PRESENTAZIONI CHE ATTI UFFICIALI. LA SANITA’ IN ABRUZZO BLOCCATA TRA UN PRESENTE ALLO SBANDO E UN FUTURO SENZA PROGRAMMAZIONE”
Non si faccia propaganda sulla sanità pubblica e sui nuovi ospedali di Lanciano, Vasto e Avezzano.
Questa è la richiesta del Movimento 5 Stelle, che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa nella sede Consiglio regionale in Piazza Unione a Pescara e a cui hanno preso parte, insieme a me, il Capogruppo M5S Sara Marcozzi e i Consiglieri M5S Pietro Smargiassi, Giorgio Fedele.
Sono passate alcune settimane dalla conferenza con cui il Presidente Marsilio e l’Assessore alla Sanità Nicoletta Verì hanno annunciato, in pompa magna, la costruzione di tre nuovi ospedali in Abruzzo, a Lanciano, Vasto e Avezzano. È diventata una consuetudine per la Giunta Marsilio, che dal giorno dell’insediamento promette nuove strutture con progetti presentati a ripetizione e riproposti alla bisogna, parlare di come utilizzerà i fondi messi a disposizione dal Governo ancor prima di aver messo in campo tutto quanto necessario per reperirli.
Infatti non sono ancora stati approvati atti di programmazione come il Piano sanitario regionale e la Rete ospedaliera. Senza questi due documenti, che il centrodestra non è ancora riuscito a far passare, ogni investimento rimane a tutti gli effetti bloccato, e le promesse di titaniche imprese parole al vento. I confronti con il Ministero, che ha già denunciato i ritardi della Giunta in precedenti tavoli di lavoro sul tema della programmazione, non lasciano sperare niente di buono. E l’Abruzzo rischia di essere bloccato tra un presente senza gestione ordinaria e un futuro di mancata programmazione.
I conti non tornano nemmeno dal punto di vista della programmazione della spesa. Perché se nel fondo nazionale per l’edilizia sanitaria sono previsti 400 milioni di euro per l’Abruzzo, ce ne sono circa 140 milioni nell’attuale disponibilità, a patto che siano approvati tutti i documenti propedeutici. È su questi fondi che si deve fare programmazione, anche perché se non sarà sbloccata questa prima parte non si potrà accedere alla restante quota di cassa a disposizione. A questo punto viene da domandarsi cosa si riuscirà a fare con questi finanziamenti, che sono ben lontani dalle cifre necessarie per portare a termine i tre ospedali.
C’è quindi poco da fare propaganda. Direi piuttosto che il centrodestra sia arrivato fuori tempo massimo: noi parlavamo di investimenti negli ospedali senza ricorrere a project financing già nel programma di governo con cui ci siamo presentati agli abruzzesi. In tre anni di governo dell’Abruzzo di Fratelli d’Italia, abbiamo visto più conferenze stampa che documenti ufficiali.
Il centrodestra deve ricordare e mantenere le promesse fatte agli abruzzesi, sono finiti i tempi in cui bastavano le parole, adesso è il tempo dei fatti. Su questi ospedali oltre l’annuncio c’è il nulla. Nessuno della maggioranza è voluto entrare nel merito dei progetti, dei servizi e delle disponibilità economiche. Resta da capire se lo abbiano fatto per convenienza propagandistica o per inefficienza programmatoria, in entrambi i casi siamo davanti a una gestione pessima della sanità pubblica.
L’operazione di taglia e cuci che vuole mettere in campo il manager della Asl 02 è a mio avviso un grave errore. Si rischia di dare una mazzata all’offerta sanitaria frentana, con milioni di euro bloccati dall’assenza di una rete ospedaliera. Finora al Renzetti non si è fatto altro che ridurre al minimo i servizi, senza sostituzioni di macchinari obsoleti né assunzione di nuovo personale. Mi domando come si possa pensare alla costruzione di un nuovo ospedale se il massimo che la Giunta è riuscita a fare per quello di adesso è stato trovare una Tac di seconda mano. Non solo, ma anche le tempistiche sono poco credibili: come si può pensare che si arrivi alla fine del progetto per il 2027 se non sono bastati dieci anni per bonificare il Renzetti dall’amianto? In compenso sono spariti reparti importanti come Urologia, oculistica, otorino. Non si può pensare di programmare con precisione e accuratezza il futuro se non si riesce nemmeno a gestire il presente. Il rischio che deve essere scongiurato è l’inizio di una costruzione che non si riesce a portare a termine.
Sono oltre 20 anni che sentiamo parlare del nuovo Ospedale di Vasto e alla fine niente viene portato a conclusione. Si parte dal 2000 per arrivare ai giorni nostri quando, dalle promesse della Giunta D’Alfonso fino ad adesso. Nel luglio scorso l’Assessore Verì e il Direttore Generale Schael avevano già illustrato il profilo del nuovo ospedale, chiarendo però la necessità di una copertura economica di circa 150 milioni di euro, mentre nella presentazione del mese scorso i fondi previsti sono stati individuati in 111 milioni. È evidente che qualcosa non torni. Non si può continuare a fare propaganda sul tema del nuovo Ospedale, utilizzandolo quando più fa comodo. Oltretutto ricordo che il sito individuato per la nuova costruzione è su una collina in frana, in un’area non urbanizzata e su cui si dovrà necessariamente intervenire, perché non si può costruire un presidio e lasciarlo isolato. A questo punto le uniche certezze che ci rimangono riguardano un presente fatto di carenza di personale, liste d’attesa sempre più lunghe, prestazioni per cui non ci si può nemmeno prenotare, macchinari vecchi e non concorrenziali rispetto a quelli in dotazione ai privati. Niente di più lontano da ciò che i cittadini meritano.
Un governo regionale che avesse voluto davvero risolvere i problemi del presidio avrebbe iniziato a lavorarci dal primo giorno di insediamento. Siamo tutti a conoscenza delle gravissime problematiche di una struttura in cui mancano spazi adeguati, dove non sempre sono garantite le funzionalità previste e si impone al personale un impegno che va bel al di là dei doveri contrattuali. La verità è che dopo tre anni di Giunta Marsilio siamo ancora all’anno zero in materia di edilizia sanitaria. Queste presentazioni spot sembrano più operazioni di propaganda, promosse nei momenti di massima difficoltà, che altro. Sotto agli occhi di tutti i cittadini c’è un servizio sanitario regionale assolutamente inefficiente sul territorio marsicano, con una gestione della pandemia fallimentare.
Usare scappatoie come quella del nuovo Ospedale per gettare fumo negli occhi ai cittadini è assolutamente inaccettabile nonché inutile. I problemi sono alla luce del sole e si dovrebbe lavorare di più e meglio per trovare soluzioni reali per il presente, senza dare fantasiose e difficilmente credibili scadenze per il futuro. Facciano prima i compiti a casa, e quando saranno assunti dei veri atti di programmazione non dimentichino di includere la quota parte di risorse dell’edilizia sanitaria per concludere lavori anche nell’Ospedale di Sulmona e riscattare per tempo la struttura già realizzata dal leasing finanziario, che attualmente grava sui bilanci Asl in modo preponderante. Quelle sono risorse che, invece, potrebbero essere liberate e impiegate per migliorare i servizi della Asl 1.