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Una sanificazione poco sana

INTERPELLANZA  SU PROTOCOLLI DI SANIFICAZIONE OSPEDALE RENZETTI:
“E’ INACCETTABILE CHE IN OGNI REPARTO SI SEGUANO PROTOCOLLI DIVERSI, IN BALLO C’È LA SICUREZZA DI PERSONALE E PAZIENTI”E’ il reparto di Cardiologia del Renzetti di Lanciano l’oggetto delle rimostranze delle organizzazioni sindacali, che rilevano mancanze nella sanificazione e messa in sicurezza a seguito dell’individuazione di alcuni casi di Covid19. L’elevato profilo di rischio sarebbe dovuto, inoltre, alla mancanza di locali dedicati alla decontaminazione e al continuo accesso da parte di personale di altri reparti o anche esterni all’ospedale.

E’ stato chiesto un intervento dai sindacati affinché, come successo per esempio a gastroenterologia, si attivi subito il protocollo di sanificazione straordinaria e la messa in sicurezza degli ambienti. Ma sembra che nonostante la struttura ospedaliera sia la stessa gli interventi siano diversi per ogni reparto.
I casi di contagio all’interno dell’ospedale hanno già occupato le cronache locali, eppure ancora non è chiaro in che modo la sanificazione e la pulizia dei locali, prevista dalla normativa vigente, venga eseguita e con quali protocolli. Sembra infatti che ci sia un caos procedurale, a danno della tutela del personale e dei pazienti, e che vengano usati metodi diversi per ogni comparto anche all’interno delle stesse strutture. Una situazione nebulosa tanto da spingermi a presentare, un’interpellanza, rivolta all’Assessore alla Sanità e al Presidente della Regione Abruzzo, per far luce su quelle che sembrano gravi carenze e cause di rischio.La circolare del Ministero della Salute numero 5443 del 22 Febbraio 2020 – spiega ancora Taglieri – individua in modo chiaro modalità efficaci di sanificazione, in accordo con quanto suggerito dall’OMS. Sulla circolare si basa il protocollo anticontagio del 14/03/2020, tuttora cogente quale allegato 6 del DCPM 26 Aprile 2020, che nel punto “Sanificazione in azienda”, prevede espressamente che l’azienda assicuri la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago e che, nel caso di presenza di una persona con COVID-19 all’interno dei locali, si proceda alla “pulizia e sanificazione straordinaria” che, in questo caso, dovrebbe essere eseguita da impresa con verificata e documentata idoneità tecnico professionale e che il programma di intervento sia documentato e disponibile per l’eventuale esame degli organi di controllo, ai sensi del D.Lgs. 81/08.

Viene da sé capire che nel contesto della prevenzione di contagi da malattie infettive, e particolarmente per il Covid-19, l’attività di disinfezione è perciò essenziale negli ambienti dedicati all’osservazione del soggetto potenzialmente infetto, all’assistenza sanitaria e terapeutica di varia tipologia.

I casi di contagio sono stati accertati ma a quanto riportato dagli organi di stampa  e dalle rimostranze delle sigle sindacali sembra che non siano state adottate le contromisure adeguate per prevenire il ripetersi delle stesse catene di eventi della scorsa ondata. Ho voluto quindi porre quattro domande a cui mi auguro che la Giunta dia risposte chiare e dirette, senza dimenticare che in ballo c’è la sicurezza e la salute del nostro personale ospedaliero e dei pazienti.

Nel dettaglio ho chiesto all’Assessore:
  1. Se ritiene che siano state correttamente e scrupolosamente adottate tutte le procedure indicate nella circolare del Ministero della Salute numero 5443/2020 e successive disposizioni e linee guida in tema di sanificazione e disinfezione.
  2. Se esiste puntuale e specifica documentazione degli interventi di sanificazione straordinaria effettuati.
  3. Quali sono le procedure specifiche per la disinfezione degli ambienti di lavoro ai sensi del d.lgs. 81/08 e quali interventi vengono tracciati.
  4. Quali misure sono state adottate per prevenire l’estensione del contagio al di fuori delle strutture.